Il cambiamento climatico ha visto, nell'ultimo secolo, un innalzamento della temperatura globale che ha inevitabilmente coinvolto anche e soprattutto le città. Per far fronte a queste problematiche sono state messe in campo diverse strategie edilizie, come i tetti bianchi. Ne parliamo in questo articolo, spiegando cosa sono, quali sono i loro vantaggi e come influiscono sul microclima urbano.

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Ecco come i tetti bianchi riducono i consumi e contrastano il microclima urbano

Ecco come i tetti bianchi riducono i consumi e contrastano il microclima urbano

Il cambiamento climatico ha visto, nell'ultimo secolo, un innalzamento della temperatura globale che ha inevitabilmente coinvolto anche e soprattutto le città. Per far fronte a queste problematiche sono state messe in campo diverse strategie edilizie, come i tetti bianchi. Ne parliamo in questo articolo, spiegando cosa sono, quali sono i loro vantaggi e come influiscono sul microclima urbano.

Che cosa sono i tetti bianchi e i loro vantaggi

Il mix di cemento, asfalto, impianti industriali ed emissioni nocive delle autovetture fa sì che le aree urbane siano sempre più calde, soprattutto in condizioni di assenza o scarsità di zone verdi, che favorirebbero la naturale regolazione termica.  

Non sorprende, dunque, la diffusione di strategie edilizie pensate per isolare termicamente le abitazioni (come il cappotto termico) e ridurre il surriscaldamento degli edifici, funzione svolta anche dai tetti bianchi.   

Come descritto chiaramente dal nome, i tetti bianchi non sono altri che tetti dipinti utilizzando vernici bianche adatte all’esposizione agli agenti atmosferici, e sono sempre più diffusi grazie alle loro proprietà. Vediamo le 3 principali

1. Un alleato contro il surriscaldamento degli edifici 

Il tetto bianco è in grado di riflettere i raggi solari, riducendone così l’impatto sulla temperatura complessiva dell’edificio. I materiali di colore bianco sfavorisce la trasformazione delle onde corte in onde lunghe, impedendo così il surriscaldamento del tetto e degli strati inferiori. In questo modo gli ambienti interni sono meno soggetti all’innalzamento eccessivo delle temperature e la climatizzazione artificiale durante i mesi estivi risulta più efficiente con un consumo energetico minore: si stima che il risparmio sui consumi degli impianti di raffrescamento negli edifici con i tetti bianchi può arrivare fino al 10-15%. 

2. Resistenza e durabilità 

Rimanendo più fresco, il tetto bianco è meno soggetto allo shock termico, ossia agli sbalzi di temperatura, a cui invece sono soggetti i tetti neri, ed è quindi destinato a richiedere minore manutenzione e ad avere una più lunga durata. Insomma: i tetti bianchi tendono ad essere più resistenti dei tetti in altre colorazioni. 

3. L’impatto positivo sul microclima urbano

Quando diffusi su ampia scala, il tetto bianco ha anche vantaggi rilevanti sul microclima urbano, ed è uno strumento utile a contrastare il surriscaldamento delle città. Riflettendo circa l’85% dei raggi solari, il tetto bianco impedisce il riscaldamento degli edifici che, a loro volta, riscalderebbero l’ambiente circostante. È stato stimato che, se tutti gli edifici del mondo fossero bianchi, si potrebbe diminuire la temperatura globale di oltre un grado. 

Tetti bianchi, verdi e neri a confronto 

I tetti bianchi non sono l’unico modo per contrastare l’innalzamento delle temperature interne ed esterne, e la loro efficacia è stata spesso paragonata a quella dei tetti verdi.  

Proviamo allora a confrontare l’efficacia dei tetti bianchi rispetto ai tetti verdi e ai tetti neri in catrame ancora troppo diffusi. 

  • Tetti neri
    I tetti neri sono quei tetti in catrame e in altri materiali che hanno rappresentato a lungo lo standard per le costruzioni industriali. A differenza dei tetti bianchi, i tetti neri assorbono i raggi del sole e tendono a surriscaldarsi (“scottare”) di 40-50°C in più rispetto alla temperatura reale dell’aria. Questi tetti e, più in generale, i materiali di edilizia più scuri, contribuiscono a creare le isole di calore, ossia le aree urbane cittadine più calde rispetto alle circostanti zone periferiche e rurali, con differenze di temperatura che possono arrivare anche fino a 5°C. 
     
  • Tetti verdi
    I tetti verdi, invece, sono quelle tipologie di tetto che sostituiscono le tradizionali coperture degli edifici con terreno e vegetazione messa a dimora: non a caso, vengono definiti anche tetti giardini o giardini pensili. Poiché ricoperti di terreno e piante, questi tetti hanno il merito di assorbire anidride carbonica ed essere termicamente equilibranti, perché l’acqua piovana, assorbita dal terreno e poi soggetta a una lenta evaporazione, protegge gli strati sottostanti dal surriscaldamento dovuto all’azione del calore solare. 

Per fare un confronto tra tetti bianchi, verdi e neri dobbiamo innanzitutto considerare il concetto di albedo. L’albedo di una superficie ne misura il potere riflettente, una caratteristica fondamentale per calcolare la capacità di una superficie di non surriscaldarsi. 

Ma vediamo dei numeri indicativi. 

  • Il valore di albedo della Terra è 0,29.  
  • Quello medio delle città, invece, è di 0,1, segno che gli ambienti urbani assorbono più luce ed emettono poi più calore. 
  • L’albedo di un tetto bianco è decisamente più elevata: arriva a 3,0, un valore che ne attesta l’alto potere riflettente.  

Rispetto ai tetti neri che, come abbiamo visto, possono raggiungere temperature di 40-50°C superiori alla temperatura dell’aria in estate, i tetti bianchi si riscaldano di massimo 4-5°C in più. 

Rispetto ai tetti verdi i tetti bianchi sono considerati tre volte più efficaci nel mantenere la temperatura e tenere quindi fresco l’edificio. A differenza dei tetti verdi, però, non fungono da “polmone” aggiuntivo per la città e il loro impatto sull’assorbimento di CO2 è quindi zero. 

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